(In viaggio sull’Etna – fotografia © Giorgio Fogliani)

L’esordio di Eduardo Torres Acosta

di Giorgio Fogliani

Milano – ottobre 2016

Del fermento che sta conoscendo l’Etna del vino, che ho provato a raccontare in Etna rosso – versante nord (Possibilia Editore, 2016), uno degli indizi più evidenti è il moltiplicarsi del numero di produttori, diversi dei quali sono venuti e continuano a venire da fuori: teatro principale di questo singolare pellegrinaggio si conferma essere il versante settentrionale del vulcano, da molti indicato come il più vocato, almeno per i vini rossi.
Ad aziende strutturate (come la langarola Giovanni Rosso, per citare uno degli ultimi esempi) si affiancano progetti di più modeste dimensioni e maggiore dose di romanticismo, come quello di Eduardo Torres Acosta, sbarcato in Sicilia nientemeno che da Tenerife.

È lo stesso Eduardo, cresciuto facendo il vino in casa con il padre e il nonno, a rivelarci alcune curiose affinità tra la sua isola natale e l’Etna, pure assai diverse dal punto di vista climatico: i suoli vulcanici innanzitutto, ma anche la presenza di viti a piede franco, la tradizione delle botti in castagno, addirittura il palmento! Un contesto, quindi, che dovette suonare familiare al giovane ingegnere agricolo ed enologo, che nel 2013 cominciò a lavorare per l’azienda Passopisciaro prima di trovare un paio d’ettari in affitto nelle contrade Pietramarina, Marchesa e Sciaranuova e decidere di lavorarli e vinificarli in prima persona.

Torres Acosta produce oggi due vini, Versante Nord e Pirrera, imbottigliati come Igt Terre Siciliane perché vinificati, non disponendo Eduardo di una propria cantina, nell’azienda di Arianna Occhipinti, suo primo approdo siciliano. Solo rame e zolfo in vigna e «meno interventi possibili» in cantina, dove le fermentazioni sono spontanee e si lavora in riduzione.

Si tratta, mi sembra, di un buon esordio: i due vini appaiono oggi in uno stato embrionale, con potenziale e materia – è soprattutto il caso di Pirrera – un po’ frenati nella loro espressione da tannini ancora asciuganti. Del resto, come spiega un po’ naïf lo stesso vignaiolo, ci vuole tempo per capire un territorio e a maggior ragione ogni singola vigna, e l’unico rimpianto «è che la vendemmia sia solo una all’anno!»

Terre siciliane “Versante Nord” 2014
Naso inizialmente non nettissimo, con qualche nota vegetale e un po’ d’alcol di troppo; molto meglio a contatto con l’aria e il giorno dopo la stappatura, quando il vino sembra rilassarsi: liquirizia, pepe, pomodoro. Bocca fresca e piccante, con un piccolo “vuoto” al centro, chiusa da tannino ancora ruvido.
Da 1,5 ha nelle contrade Pietramarina, in località Verzella, e Marchesa (Passopisciaro), entrambe nel comune di Castiglione, tra 550 e 700 mslm. Viti di 45-50 anni. 80% nerello mascalese, 20% altre varietà autoctone, allevato ad alberello e cordone doppio etneo. Fermenta in cemento, 15 gg sulle bucce senza il controllo della temperatura, 16 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 hl.

Terre siciliane “Pirrera” 2014
Naso sanguigno e profondo, più lento nell’esprimersi, ma più elegante: note balsamiche, spezie, corteccia, un’idea di dolcezza. Anche la bocca ha un altro passo: maggiore densità, ma anche più slancio, sebbene ancora frenato nel finale dal tannino. Sarà molto interessante seguirne l’evoluzione.
Da 0,5 ha in contrada Sciaranuova, comune di Randazzo, 850 mslm. Il nome della vigna, Pirrera [pietraia], è dato dalla presenza di sassi vulcanici provenienti dall’estrazione di una cava su una colata lavica del 1614. Viti di 50 anni, 90% nerello mascalese, 10% altre varietà autoctone, allevamento ad alberello. Fermenta in mastello, 15 gg sulle bucce senza il controllo della temperatura, 16 mesi in botti di rovere di Slavonia da 7,5 hl.

(I due vini di Eduardo Torres Acosta – fotografia © Giorgio Fogliani)
(I due vini di Eduardo Torres Acosta – fotografia © Giorgio Fogliani)

fogliani@possibiliaeditore.eu