(L’immagine ha il solo scopo di presentare il prodotto)

di Samuel Cogliati

giugno 2021

A passeggio nei boschi di una ridente località montana varesina, in un territorio rappresentativo dell’emblematica efficienza lombarda. Dopo essermi imbattuto nell’identico degrado forestale constatato sei mesi prima (alberi abbattuti dal vento mai rimossi né mai smembrati, sottobosco fuori controllo, sentieri in avanzato dissesto, rifiuti di vario tipo…), giungo in un gradevole punto panoramico succintamente attrezzato. Un paio di panchine e una rudimentale balaustra offrono occasione di riposo al viandante.

Ai piedi di una panchina giacciono abbandonati: tre bottiglie di birra vuote (con relativo cartone), una sigaretta intonsa, una mascherina chirurgica, l’involucro di un preservativo. Materiale lasciato in loco dopo un momento di sollazzo, verosimilmente da parte di giovani esemplari della popolazione indigena.

Reperti che propongo di considerare nel seguente modo.

Le bottiglie di birra vuote. Benino, con ampio margine di perfezionamento. È noto il potere disinibitore nonché vasodilatatore dell’alcol, che può aver giovato come coadiuvante del resto della serata. Peraltro, trattandosi di 99 cl complessivi, e presumendo un consumo di due persone, siamo dinanzi a un quantitativo del tutto ragionevole. Tuttavia, dato il mediocre livello qualitativo della birra prescelta (una diffusa marca industriale), si può auspicare un miglioramento. Addebitiamo la scelta alle ridotte finanze dei soggetti in causa, senza infierire inutilmente.

La sigaretta intonsa. Malino. Si può presumere che sia stata abbandonata poiché caduta accidentalmente; il che, in mezzo a un bosco, si configura come una motivazione insufficiente. Ad ogni modo il tabacco non conferisce alcuna ebbrezza, fa male alla salute e al portafogli, è organoletticamente di cattiva qualità e quindi non dona un consapevole piacere sensoriale.

La mascherina chirurgica. Quasi benino. Lodevole che gli individui in oggetto abbiano deciso di portarla con sé persino nel bosco, a rigorosa osservanza della normativa vigente. Che non l’abbiamo indossata nello specifico frangente è largamente comprensibile e giustificabile.

L’involucro del preservativo. Più che bene. È risaputo che il sesso fa bene al corpo e alla mente e che non ha controindicazioni a nessuna età. Molto bene che gli individui di cui sopra abbiano deciso di tutelarsi (da vari punti di vista) facendone uso.

Il bilancio complessivo dell’evento tenderebbe dunque a pendere dalla parte di una valutazione positiva. Senonché: per quale diavolo di motivo abbandonare tutto per terra in un luogo ameno, stante peraltro la disponibilità, a circa 5 metri di distanza, di un idoneo bidone dell’immondizia? Molto male, ragazzi, molto male. •

cogliati@possibiliaeditore.eu