(Olympia Samarà e Hannes Hoffmann – fotografia © Weingut Roterfaden)

Due vini molto buoni del Württemberg

di Giorgio Fogliani

novembre 2017

Mi è capitato negli ultimi anni di frequentare a più riprese la regione tedesca del Württemberg, nel sud-ovest del Paese. Poco ferrato in vitivinicoltura teutonica, grande è stato il mio stupore nel vedere tra le vie della cittadina di Tubinga, non lontana da Stoccarda, una quantità di Weinstübe ed enoteche, e nei ristoranti carte dei vini di una certa consistenza. Non senza un certo orgoglio, i locali mi hanno chiarito che la regione vanta una solida tradizione vitivinicola, affidata in buona parte a un’uva rossa, il lemberger. Benché le mie indagini siano state decisamente episodiche, le promesse di tanta cultura vitivinicola non erano però mai mantenute nel calice, in cui trovavo vini generalmente anonimi, ancorati o a un vegetale stilizzato o alle impronte di un’enologia pasticciata. Come da copione, stavo perdendo le speranze quando, in un’enoteca di Stoccarda, mi sono imbattuto in due lemberger del Weingut Roterfaden.

L’azienda è oggi nelle mani di Hannes Hoffmann e della greca Olympia Samarà, che coltivano in biodinamica due ettari di vigneto tra Rosswag e Mühlhausen-Mühlacker, circa 30 km a nord-ovest di Stoccarda. Sono loro a darmi finalmente qualche informazione in più sul Württemberg, regione che annovera diverse vallate dai suoli generalmente calcarei e gessosi: un terroir di valore, assicurano, la cui produzione è però legata in gran parte alle cantine cooperative, che non sempre ne esaltano il potenziale. Accanto al lemberger, omonimo dell’austriaco blaufränkisch e, secondo Wikipedia, figlio di blaue zimmettraube e gouais blanc (“padre” tra gli altri di chardonnay e gamay) si trovano pinot bianco, pinot grigio e sauvignon, ma al Weingut Roterfaden coltivano anche pinot nero e riesling. «Negli ultimi tempi – continua Olympia – sta crescendo il numero delle piccole aziende a conduzione familiare, che stanno mostrando come il Württemberg possa produrre vini di alta qualità». Un augurio a cui ci associamo volentieri!

Gli assaggi

Schwäbischer Landwein Lemberger Trocken 2015
Il vino “d’entrata” dell’azienda è immediato e sbarazzino, ma non banale. Nettamente vinoso, si muove tra i fiori e le foglie fresche. La bocca è rinfrescante e si fa apprezzare per l’ottima tenuta all’aria. Il tenore alcolico moderato (12%) concorre all’impressione di leggerezza e bevibilità.
Lemberger 100%, suoli di calcare blu con fossili, vigneto terrazzato con muri a secco. Fermenta in tino aperto, poi botte piccola (300-600 litri) di almeno 4 anni.

Schwäbischer Landwein Lemberger “Endschleife” Trocken 2015
Appare subito giovanissimo, legato a note fenoliche che si preannunciano assai nobili. La tattilità elegante e linfatica e il tannino discreto, tratteggiato con mano sicura, ne fanno un luminoso paradigma “nordista”. Ha già personalità e consapevolezza, ma va senz’altro lasciato riposare qualche anno.
Lemberger 100% (selezione di uve), suoli di calcare blu con fossili, vigneto terrazzato con muri a secco. Fermenta in tino aperto, poi botte piccola (300-600 litri) di almeno 4 anni.

(fotografia © Giorgio Fogliani)
(fotografia © Giorgio Fogliani)

fogliani@possibiliaeditore.eu