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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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VINO

L'amarone 2010
Panoramica sulla nuova annata, zona per zona.

di Riccardo Vescovini



agosto 2014

È nella cornice del Palazzo della Gran Guardia di Verona che va in scena l’anteprima dell’Amarone 2010. La giornata apre con un dibattito, moderato da Sebastiano Barisoni di Radio 24, cui partecipano il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella Christian Marchesini, il direttore del Consorzio Olga Bussinello, il professor Andrea Marchini dell’Università degli Studi di Perugia e il vicepresidente del Consorzio Daniele Accordini.
Gli spunti proposti dal moderatore sono molteplici e di chiara rilevanza circa il futuro dell’amarone: la competizione sui mercati internazionali, il raggiungimento di nuovi mercati, il crescente numero di bottiglie prodotte ogni anno. Ciononostante, poco emerge dal dibattito, se non le opinioni del moderatore stesso. Suo l’invito a sviluppare il consorzio in risposta alla frammentazione che ancora oggi caratterizza i produttori della Valpolicella, e a svincolarsi da un concetto di territorialità in favore di una maggior omogeneità tra gli amaroni di diversi zone.
Puntuale e dettagliata è la panoramica presentata da Daniele Accordini circa le caratteristiche climatiche dell’annata 2010. Secondo l’enologo, la chiave di lettura dell’annata 2010 è da ricercare nell’inverno particolarmente freddo, nel conseguente ritardo delle fasi del ciclo vegetativo e produttivo, e nella vendemmia ritardata di circa due settimane rispetto all’annata 2009. Aspetti che hanno determinato minori concentrazioni zuccherine e vini con percentuali alcoliche più contenute del solito. Tuttavia, osserva Accordini, i vini del 2010 si distinguono per spalle acide di buona solidità e, in questo senso, l’annata sembra suggerire un’interpretazione orientata all’esaltazione di dinamicità e verticalità.

Il 2010, zona per zona, in sintesi
Valle di Cazzano, Valle di Illasi, Valle di Mezzano: i climi più caldi rispetto alle altre zone della Valpolicella sembrano aver favorito vini orientati principalmente alla potenza, alla concentrazione, talvolta anche a scapito dell’eleganza.
Valpantena: vini le cui caratteristiche, stando alle parole di Accordini, sono da ricercarsi nella finezza e nell’armonia e che si contraddistinguono per una notevole omogeneità, sia analitica che organolettica, tra i diversi produttori. In generale, vini meno acidi della media.
Valle di San Pietro in Cariano, Valle di Sant’Ambrogio: qui le basse temperature dell’annata 2010 sembrano aver avuto un impatto negativo più che altrove. Vini dalla maturazione precoce, non adatti all’invecchiamento.
Valle di Fumane: insieme a Marano, è la zona che si è contraddistinta per le basse temperature. I vini qui prodotti sono lo specchio dell’annata, e risultano snelli, freschi, eleganti.
Negrar: le note di frutta in confettura e la marcata presenza tannica connotano i vin di questa zona. In generale, più zuccheri ed estratti che altrove.
Valle di Marano: sembra essere la zona che meglio ha saputo beneficiare dell’annata. Le uve qui prodotte si caratterizzano quanto a concentrazione zuccherina, supportata da buoni livelli di acidità. Profondi, di buon estratto, e tannici.

Gli assaggi, produttore per produttore


Cav GB Bertani
Amarone Villa Arvedi: difficile l’interpretazione di un vino che si presenta all’assaggio ancora fortemente scomposto, alla ricerca di una propria identità. La nota alcolica è poco integrata, e le note del legno – liquirizia e anice – almeno per ora non trovano armonia con il frutto.

Benedetti Corte Antica
Campione da botte. Discreta intensità olfattiva, con note di frutta rossa, mora e mirtillo. Complessivamente equilibrato nonostante la giovane età, è un vino da bere nei primi cinque anni di vita.

Albino Armani
1607 (Valle d’Illasi): timido, esile, dalle caratteristiche olfattive orientate alla delicatezza e alla dolcezza. Note di fragola, petali di rosa. In bocca la preannunciata esilità non si impone come attributo qualificante, ma si traduce in un finale corto.
Cuslanus (Valpolicella Classica): rispetto al fratello della Valle d’Illasi – entrambi sono vinificati nella stessa maniera, con la stessa composizione percentuale di uve – si distingue per una diversa stoffa e un tessitura più fitta. Un naso più intenso, di maggior personalità. Frutta matura, verso la confettura: mora, ribes nero, e frutta rossa. Discreto l’equilibrio, manca di allungo nel finale.

Aldrighetti Luigi Angelo e Nicola
Lineare e caratterizzato da decise note fruttate di piacevole carnosità. Amarena e fragole in evidenza. Un vino nel quale la nitidezza del frutto si accompagna con una spalla acida che ne favorisce la beva e contribuisce ad una bella tensione gustativa. Pulito ed essenziale.

Dal Bosco Giulietta
Compatto e austero. L’utilizzo del legno piccolo è ben gestito e testimoniato da un bouquet in cui la speziatura e il frutto trovano armonia. Netta la sensazione tattile di densità, con un estratto ben presente. Piacevole la corrispondenza gusto-olfattiva e buona la persistenza.

Corte Sant’Alda
Frutta rossa ed evidenti note floreali, per un naso di piacevole freschezza e intensità. Decisa l’acidità, accompagnata da note minerali e piacevoli ritorni di frutta rossa. Precisa la corrispondenza naso-bocca.

Tenuta Chiccheri
Compatto, quasi impenetrabile. Frutta scura, more di rovo, mirtilli, poi caffè, note tostate. Quasi esasperata la ricerca di concentrazione e potenza; manca di finezza ed eleganza.

Novaia
Frutta rossa, ciliegia e una forte connotazione minerale, che richiama direttamente alla roccia, al terreno vulcanico. Assaggio caratterizzato da una spina dorsale sapida che detta il ritmo di una beva snella, piacevole, verticale. Buona anche la persistenza.

Terre di Leone
Piacevole naso di melagrana, frutti rossi e rosa. Assaggio intrigante, sapido, di buona persistenza, con eleganti ritorni di frutta rossa. Di grande equilibrio, lascia presagire buone potenzialità di invecchiamento.

Falezze
Colore rubino, con una certa concentrazione. Il naso colpisce per intensità e pulizia del frutto, e per le capacità di evoluzione. Note fruttate – fragole, ciliegie e more – poi floreali ed infine vegetali – menta fresca ed eucalipto. Netta, a tratti eccessiva, la nota di vaniglia (l’azienda è giovane e le botti sono appena state acquistate). All’assaggio rivela un sorprendente equilibrio tra la decisa spalla sapido/acida e la delicata morbidezza. Precisa la corrispondenza naso-bocca, lungo il finale.


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