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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Paolo Tedeschi
A Cernusco sul Naviglio (Milano)

Milano Rugby Festival 2010
Quaranta squadre per dieci nazioni. In campo vincono i portoghesi del Benfica, ma il prestigioso trofeo Pienaar è dei bavaresi Ingolstadt Baboons con 37,5 pinte di birra a testa.
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Un torneo per supereroi o un evento da supereroi? Il Milano Rugby Festival, nato sette anni fa è oggi “L’appuntamento” internazionale per gli appassionati della palla ovale. Ma anche molto di più.
Per tre giorni il centro sportivo di Cernusco sul Naviglio è palcoscenico di uno degli eventi sportivi più “cool” d’Europa. In campo e attorno ad esso, il “social” rugby. Un evento cioè che fonde insieme divertimento e sport. Un po’ di dati contribuiscono a chiarire meglio le idee sulla portata della manifestazione: 40 squadre in rappresentanza di 10 nazioni si sfidano in 135 partite su tre campi. Tanto rugby insomma, con gare a 7, over 35 e femminili. Ma non solo: 31mila pinte di birra spillate, 15 bagni chimici, 1 container di birra e tante tende.
Alla fine si può dire che a vincere è proprio il terzo tempo. Si tifa fuori e dentro il recinto di gioco, sotto il palco da cui le squadre si esibiscono nelle vesti di supereroi. Che poi è proprio il tema dell’anno, dopo gli “indiani e cowboy” dell’edizione 2009 e prima di quella del 2011 che sarà dedicata al circo. La formazione inglese di ragazze in abiti da “wonder woman” non riesce a eguagliare gli olandesi “Pink Panthers” vincitori per la migliore interpretazione del tema. E sempre in tema di premiazioni «a nessuno riesce l’arduo compito di spodestare, per il terzo anno consecutivo, i bavaresi dell’Ingolstadt Baboons nel trofeo più prestigioso: il “Cassie Pienaar Trophy” - spiega Matteo Brambilla, organizzatore -. Loro sono riusciti a bere 600 pinte di birra in 16».

Per lo sport giocato, i portoghesi del Benfica primeggiano su tutti, sudando contro Gussago. Anche qualche professionista si diverte sul campo. Sabato, nella serata clou, ai 700 rugbisti del “villaggio sportivo” si aggiungono 5mila persone. E tutto fila liscio, come in campo, dove si registrano due soli cartellini gialli in tutto il torneo. Ma la favola non termina così: per ogni meta realizzata, gli organizzatori donano 10 euro in beneficenza. La quota totale raccolta e devoluta per la prevenzione all’Aids nello Swaziland è di 4.980 euro. Chapeau!
Paolo Tedeschi
     
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