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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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Una nuova Liberazione

di Samuel Cogliati

Per la prima volta in modo così chiaro, il 25 Aprile fa parte del passato. Una data centrale della Storia d'Italia, ma un giorno che - complice forse quest'anno anche la coincidenza con la Pasquetta - è passato quasi inosservato per molti concittadini. Fatto paradossale, nell'anno del tanto sbandierato 150° anniversario dell'Unità.

In effetti, il 25 Aprile sembra ormai anacronistico. Non perché la Liberazione dal nazifascismo abbia smesso di essere un evento e un valore condivisibili, da ricordare, insegnare, celebrare e difendere. Nient'affatto.
Questa Liberazione dal regime e dalla guerra è però ormai sentita come teorica e distante da troppe generazioni che non hanno nulla da condividere con gli orrori, le privazioni e le sofferenze di vent'anni di dittatura e cinque di scellerato conflitto. Milioni di persone - giovani e non - per cui i valori della lotta di affrancamento e di rinascita del nostro Paese sono lettera morta che non è mai stata sperimentata né vissuta, restando tutt'al più begli ideali da immaginare e custodire come princìpi.
Il punto, però, è che il 25 Aprile 1945 è lontano perché è stato scolorito dall'evoluzione, vorticosa e drammatica, degli eventi più recenti. E le persone che a livello istituzionale dovrebbero per prime proteggere quegli storici valori sono spesso completamente inadeguate a farlo.

Oggi l'Occidente è in guerra, e l'Italia è in prima linea. Non è la guerra retriva e pretestuosa contro il terrorismo o l'“asse del male”, di cui ci parlano da anni. È una nuova battaglia contro lo sgretolarsi della coesione sociale, contro l'aggravarsi delle ineguaglianze, contro l'ostinazione dei nazionalismi più beceri, contro la convinzione che gli equilibri e i sistemi economici dell'ultimo mezzo secolo possano reggere ancora. È una lotta a favore del realismo, della concretezza eco ed equosolidale, di una nuova e complessa promiscuità tra popoli tutta da creare, e per una globalizzazione inevitabile che va gestita in modo molto più saggio. Siamo in guerra contro la stupidità. Ed è per questo motivo che il 25 Aprile - così nobile e così importante - è ormai sbiadito: oggi abbiamo bisogno di una nuova Liberazione. Ma solo a fatica alcuni di noi stanno iniziando a capire che la lotta è già cominciata, e che non può più aspettare.

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