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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Samuel Cogliati
Le insospettabili rivelazioni di Draghi

di Samuel Cogliati

Sposato, due figli, 63 anni, laurea con lode in Economia, governatore della Banca d'Italia, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, membro del gruppo dei Sette e del gruppo dei Venti oltre che del consiglio d'amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali, governatore per l'Italia nel consiglio dei governatori della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, della Società finanziaria internazionale, alternate governor per l'Italia nel Fondo monetario internazionale, la Banca interamericana di sviluppo e la Società interamericana di investimento, presidente del Financial stability board...

Chi è? È Mario Draghi, naturalmente, un reddito da 450mila euro nel 2009, tagliato del 10 per cento pochi mesi or sono.
Qualche giorno fa, Draghi suona l'allarme e tg, giornali, web gli fanno subito eco: «In Italia la crescita stenta da 15 anni, i tassi di sviluppo del nostro Paese sono attorno all'1 per cento», e aggiunge: «l'Italia dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa». Ma non solo, rivela anche: « I salari d'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. E il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori».

Non ci sogneremmo lontanamente di mettere in discussione le rivelazioni di Draghi! Quel che fa sorridere - perché sempre allegri bisogna stare - è che i grandi media strillino perché a dire che l'Italia è alla frutta sia oggi il governatore di Bankitalia. Se invece, da anni, a lanciare lo stesso allarme sono le forze sociali progressiste, osservatori e operatori economici disinteressati, oppure organi di informazione indipendente, si tratta di allarmismi. Se poi queste stesse profonde analisi le fanno le persone comuni, che non hanno bisogno di dati Istat o di sofisticate elaborazioni per capire che in Italia si è smesso da tempo di investire sull'Italia, la loro voce passa semplicemente sotto silenzio.

A ottobre 2010, scrivemmo in un editoriale che tra i cittadini e la classe dirigente si è rotto un rapporto, con una totale sordità da parte della politica. Ora, le considerazioni di Draghi - e soprattutto l'eco che ne dànno i media - confermano quella sensazione. C'era bisogno del governatore per dirci che andiamo a catafascio?

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