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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Lorenzo Guerra
Baviera: il vezzo per il salubre eccesso di svago

Se l’Oktoberfest va in campagna
Dimenticare Monaco per Füssen e la Svevia profonda...

di Stefano Gianuario

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L’appeal dell’Oktoberfest è in costante crescita. Anno dopo anno, la festa bavarese per eccellenza ha saputo conquistarsi dapprima la curiosità, poi l’affetto degli italiani, diventando un appuntamento fisso per molti connazionali. Sono quasi 500mila i pernottamenti annui provenienti dalla Penisola nella città di Monaco. Il 14 % dell’intero flusso di turisti italiani che trascorrono un soggiorno in Germania, sceglie o include Monaco di Baviera tra le proprie tappe. All’Oktoberfest va gran parte dei meriti, nonostante la capitale bavarese meriti considerazione per tanti motivi. Del resto, gli elementi che caratterizzano questa famosa festa sono noti e tutti vincenti: ottima birra di ogni qualità servita in boccali da litro, carni succulente in abbondanza, musica, balli popolari e il fascino delle bellezze teutoniche spesso vestite di succinti abiti della tradizione che lasciano poco spazio all’immaginazione.
Ma ogni medaglia, per quanto bella e luccicante, presenta anche un’altra faccia. In primo luogo i prezzi, in crescita anno dopo anno; dunque la confusione. Il numero di appassionati è a sua volta in aumento e con una grande massa di persone e con la complicità dell’alcol è più facile incappare in episodi spiacevoli. In fine, i controlli di polizia. Se le forze dell’ordine tedesche sono ben note per il loro rigore e la loro inflessibilità, durante le giornate dell’Oktoberfest i controlli diventano più serrati e anche una banale leggerezza può costare un’ammenda.
Esistono però molte alternative per vivere lo spirito dell’Oktoberfest con più tranquillità, sicurezza e soprattutto, in qualsiasi momento dell’anno. L’appuntamento di Monaco è semplicemente il più noto ma la Baviera, la Franconia, l’Algovia e anche il Baden-Württemberg offrono moltissime situazioni analoghe. Si chiamano Volksfest - letteralmente “festa delle persone”, “festa del popolo” - e dal nome si può facilmente intuire la connotazione di queste manifestazioni. Fenomeni diffusissimi, si scovano facilmente in grandi città come Stoccarda ma anche in piccoli borghi come F ssen. E proprio la cittadina sveva, situata nel profondo sud della Baviera, a qualche decina di chilometri dal confine austriaco, può rivelarsi teatro di impensabili “Oktoberfest alternativi”.
La ricetta per ritagliarsi un fine settimana da tedesco provetto è semplice. Il sud della Germania dista meno di quanto si possa pensare e si raggiunge da gran parte del centro-nord Italia in auto in una manciata di ore. Le compagnie low cost che volano su Monaco e Stoccarda sono numerose. Giunti in terra teutonica basta lasciarsi suggestionare dal nome del primo borgo (Würzburg, Kempten, Regensburg, Pappenheim...), dai paesaggi verdi e rigogliosi, dall’architettura di chiese o castelli. Come nel caso di Füssen, cittadella graziosa, immersa nei boschi della Svevia, prima tappa della Romantische Strasse. Passo successivo, prendere alloggio in una Gasthaus, tipica pensione tedesca, economica e accogliente. La Gästehaus Kopf o la Gästehaus Schoberl, nel centro cittadino, accoglienti, economiche e a gestione familiare, andranno benissimo. Rifocillarsi dopo il viaggio è un altro passaggio fondamentale. Le Gasthaus offrono sempre al piano inferiore una taverna e un bar e in poco tempo si può scoprire l’importanza della tavola anche in Germania. Ordinate stinco di maiale, Schweinshaxe mit Sauerkraut, cotto al forno e servito con crauti speziati, un ottimo arrosto di manzo (Rindfleisch) o meglio ancora di maiale (Schweinebraten) in crosta di crauti in agrodolce, con contorno di Dampfnudeln, giganteschi gnocchi di patate cotti al vapore. Una dieta non propriamente vegetariana, certo, da consumare “sorseggiando” una Weißbier - gustose le celebri Franziskaner e Paulaner - ma vale la pena sperimentare versioni meno note, come la Ayinger weiße. Ed ecco che per magia si inizia a rilassarsi. Scambiare due chiacchiere con l’oste sarà un altro momento degno di nota. Non solo si possono ricevere tutte le informazioni necessarie per il proprio soggiorno ma si può sfatare anche in fretta un mito, del tutto falso, che vuole i tedeschi freddi, austeri e molto distaccati, soprattutto con gli italiani. La disponibilità e il calore della gente germanica sono invece sorprendenti, non hanno nulla da invidiare all’accoglienza partenopea e circa il secolare rapporto Italia-Germania, si può sciogliere un altro luogo comune: i tedeschi amano gli italiani, soprattutto nel sud della Germania. Con una passeggiata digestiva per il centro storico, si possono completare le informazioni mancanti, fermandosi in uno degli efficientissimi info point per turisti.

foto di Lorenzo Guerra

Per la sera, ecco il momento clou: una o più Volksfest attendono solo di essere raggiunte in un raggio di poche decine di chilometri se non addirittura nel paese prescelto. A Füssen, l’appuntamento è per il mese di giugno: nel 2010, si inizia il 2 giugno per terminare il 12. Ma se ne possono trovare tutto l’anno: a Cham (Oberpfalz) la Volksfest ricorre a fine luglio, ad Hallbergmoos ad aprile. C’è da restare sbalorditi, con musica dal vivo, fiumi di birra, carni e verdure cucinate secondo la tradizione bavarese, balli e gente festante che salta sui tavoli. Tutto esattamente come all’Oktoberfest. Con la differenza che trovare posto a una delle immense tavolate è una cosa semplicissima. I commensali, perfetti estranei, diventano amici di vecchia data dopo un paio di brindisi e di sorrisi, il conto da pagare è giusto e proporzionato, nessuno crea fastidi e la sola difficoltà nella quale si può incappare è riuscire ad andare via, ormai completamente travolti dai baccanali tedeschi.
Ripetete il copione nel giorno o nei giorni successivi, magari alternando bevute e mangiate con passeggiate nei boschi o visite nei castelli. Füssen offre due meraviglie architettoniche volute da re Ludwing II. Il Neuschwanstein e la magione di famiglia, il Hohenschwangau. Esattamente come all’Oktoberfest, si torna a casa a malincuore, con la semplice differenza che si spende la metà dei soldi, si raccoglie una sfilza di nuovi amici tedeschi, si visitano luoghi e città che non si pensava neppure esistessero e con un elenco di nuove Volksfest alle quali fare presto visita per confezionare altrettanti Oktoberfest “alternativi”.

Stefano Gianuario è nato a Milano nel 1985. Giornalista pubblicista, freelance, scrive di turismo, cronaca e musica. Suona nella noise band Hezel. Nel 2004 ha pubblicato il romanzo Le cose di Jack

     
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